COLDIRETTI MOLISE: GRANO TURCO E RUSSO AFFOSSANO 200MILA AGRICOLTORI

Le speculazioni sul prezzo del grano mettono a rischio la sopravvivenza delle aziende cerealicole molisane

Nel 2023 sono arrivati quasi 900 milioni di chili di grano turco e russo, mettendo in seria difficoltà le aziende italiane e rischiando di affossare 200mila agricoltori. A lanciare l’allarme è Coldiretti Molise, che ha puntato il dito contro i diretti responsabili: Russia e Turchia.

“Occorre un impegno immediato per sostenere le aziende agricole italiane, portando a 30 milioni di euro la dotazione del Fondo nazionale per i contratti di filiera del grano – afferma Claudio Papa, Presidente di Coldiretti Molise – lavorando per prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione, come prevede la legge di contrasto alle “pratiche sleali”.

Coldiretti ha ribadito anche la necessità di avviare immediatamente “Granaio Italia” per analizzare in maniera costante i prezzi, aumentare i controlli e promuovere la pasta al 100% italiana, sostenendo così l’intera filiera produttiva.

Inoltre, dopo i 900 milioni di chili, la Turchia tramite il Tmo, avrebbe indetto una nuova gara internazionale per vendita ed esportazione di 150 milioni di chili di prodotti cerealicoli, che aggiunti alle esportazioni già effettuate nel 2023, impatterebbe in maniera ancora più decisiva sui prezzi del grano, già in caduta libera.

Il Presidente Claudio Papa, insieme col Direttore di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese, fanno il punto della situazione e denunciano:

“Le aste turche del frumento affossano ancora i prezzi del nostro grano, con il crollo delle quotazioni che perdono altri 25 euro a tonnellata in 10 giorni ed il prezzo del grano fino che scende ancora a 335euro a tonnellata a Bari, mentre nei porti pugliesi continua il via vai di navi mercantili provenienti dalla Turchia.

Le navi raggiungono i porti pugliesi anche con triangolazioni attraverso altri porti intermedi, cariche di grano estero che sta facendo crollare i compensi riconosciuti agli agricoltori, scesi rispetto allo scorso anno di oltre il 60%, in netta controtendenza rispetto all’aumento dei prezzi di vendita della pasta in crescita al dettaglio”.

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